Drive with Ryan Gosling? No, con durezza alla Cage Nicola(s)

Drive

di Stefano Falotico

Quando capirete che il mondo è violento, vivremo tutti in santissima pace, ed è perciò che adoro Nicolas Cage se è cattivo, sbraita e ammazza di (ec)cessi vostri

Sì, adoro il mio “mostro” schierato in fiera e cutanea battaglia all’ardore che custodisco gelosamente fra spoglie (im)memori della vostra “colta”, dunque tonta (im)pudicizia. E smanio per imbruttirmi a clero della mia pelle levigata nel c(l)oro della mia anima da “deturpare” con meticolosa mestizia d’accrescere d’ora in minuti via via più focosi, quando la “adombro” in passeggiate del maneggio di tutta manetta della mia livida mano in macchina cerbiatta fra la vostra melma, abitacolo (s)frenante che sculetta nel traffico cittadino al motto d’un clacson irrequieto che spingo di sfottò inusitato per (r)allentare l’isteria barbosa del chiasso collettivo, per zittire le studentesse mosce da ringalluzzire a scoppietti del mio turbo scatenato in fragor tonante come un peto ozioso e amabile, sbuffante smog lento di carburar burro schizzato in gola a questi culi flaccidi e speranzosi d’una vita migliore, invero ambiziosa sol di soldi truffaldini per facilitarsi il cazzo nelle mutande.

Udite che musica l’accelerazione delle mie selezionate, inculanti parole così feralmente intonate e intersecate. Odiosi siete, da combatter a battente tamburo in mia s(a)etta senza risparmiare in idrocarburo di combustione immolata a inferenti ustioni senza disinfettanti e altri cazzi per la testa vari. Accogliere la “garza” del proprio corpo avvolto in un caldo giubbotto è un fazzoletto triste che vi porgo su miei vellutati pori e guanti sguainanti la mia cucitura di radervi, e tecnologizzarsi nel futurismo anomalo, sguainante l’onore orgoglioso di sé stesso dirimpetto a questi laidi e triviali sessi, sarà sempre una guida terremotante. Siete, oh sì, da macellare con la gentilezza che m’è congenita, cioè stirarvi se non aspettate il rosso e non rispettate le strisce pedonali. E dopo alzar il dito medio nel tergicristallo ridente sapida euforia d’aver fatto pulizia.

Con me, non si scherza. Man mano che la mia (r)esistenza avanza, avverto sempre il necessario (bi)sogno di punirli tutti, soprattutto i viscidi cattivi, di terrificante (in)cubo, incastrando i loro pezzetti di merda in giocoso poliedro della mia area da lor prima interdetta. Schiavizzandoli affinché obbediscano ai patetici lor pianti su mia carrozzeria di lucido amianto, su caffè gorgheggiante seral nitidezza del godibile fotterli fra decumane, incroci e vie maestre. Senza batter ciglio ma sbattendoli oltre.

Se non mi dai retta e scegli un’altra strada, troverai me alla “fermata”.

Ciao, tua sorella è già stata “tamponata”.

E finitela con quell’autistico di Ryan Gosling, recita col pilota automatico, ciucciatevi il Cage Nicola(s).

Quando s’incazza è della strada un fottuto pirata.

E se tu, scema, rompi le ruote, ti strangolo nel tuo urlar che sei una sgommante troia.

Torna alle gommine da masticare. Da me, solo boom!

E dentro di brum brum!

Cage

 

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