True Detective – The Long Bright Dark

Cor(o)na

Cor(o)na

di Stefano Falotico

Livida come una cera che si squaglia, una serie che incalza nichilista sin dalla prima inquadratura nerissima, opacizzata in rosa solfeggiare allucinatorio su Woody Harrelson/Marty Hart, tipo normale, come tutti distrutto già nell’anima dall’aver indagato nel torbido più marcio, che gracchia di mandibola sorseggiante l’amarezza d’un caffè americano bollente rabbia. E ricorda il suo collega, nell’interrogatorio più abrasivo alla sua anima già contraffatta da un demonio latente interiore che gli ha rubato l’innocenza nel dio remoto dell’incancellabile carneficina a cui il suo lavoro, semmai all’inizio speranzoso di cambiar il mondo, assistette. Calmo, sì, certo, oramai divorato da quella calma acquisita per troppo orrore visto in iridi oramai squartate d’ogni illusione. Biascica la sua lenta confessione, a riferire imperturbabile, scandito in sopracciglia spelacchiate, chi era il suo compagno, Rust, Rust Cohle, tipo strano a dir poco, macilento, sempre nervoso, forse un predestinato al massacro, alle ossa rotte d’altrettanti occhi già corrosisi. Deturpati dai mostri là fuori, ché i mostri ci sono sempre, aspettano guardinghi e serafici per abbrancar la loro accerchiata, designata preda, per mangiarla viva con la stessa metodica pacatezza bastarda di chi li combatterà, il più delle volte perdendo il duello, perché Satana non ha regole, non ragiona con le armi dell’anima, è imprevedibile, spunta dal buio, ti raschia i polmoni lentamente, ti attira nella sua cadenzante trappola a danza soffusa e oscurissima di morte, poi voracemente ti strangola, architettando un omicidio coi fiocchi. Satana è un esattore, che aveva già scelto la pura Dora Lange per tumefarle il cranio e conficcarle abbiglianti corna da cervo, spaccandole il viso contro un arbusto arido, di sangue secco, d’escoriazioni sul corpo da rasoiate accoltellanti prima la sua dolce, bianchissima pelle, marchiandola del suo “taste” osceno, quindi, uccidendola di rituale satanico e nudo pasto, appunto, ad averne posseduto la non verginità diafana, bellissima, averla rapita con l’inganno estorcente il cuore suo giovane e battente. Un mostro, e i mostri purtroppo ci sono. Ripetiamolo, non scordiamolo. Sempre di più, i pazzi impazzano in America, fra stagni limacciosi ove riposano i lor cadaveri putrefatti, ch’ermergon a galla quando chi ha perpetrato l’aberrante, esecrabile, maciullante crimine crudele, a carne ora crudissima, dura e quasi intoccabile come un fantasma angelico deglutito in sua evanescenza svanita e ingurgitata nella bocca di Satana, quando chi ha compiuto il misfatto più “divino” e prodigo alla sua folle megalomania del credersi onnipotente, quando costui, innominato e chissà dov’è scappato, forse alloggia silente e solitario nella tua anima già fottuta, quando il mostro ridacchia e non puoi fargli nulla in ogni caso… anche se lo risolverai, a lui non frega nulla, altrimenti non avrebbe giocato, non si sarebbe divertito come un matto, non avrebbe neppur lanciato il “sasso”, divellendo la trasparenza della tua morale bella che frantumata. Bello mio, stai cacciando un fantasma a cui non importa di (non) essere visto o agguantato, anzi, ti sbava sopra l’identikit contorto per avvelenarti di schizzo fraudolento, da macellaio persino delle tue scartoffie, della tua stilografica e del tuo cervello giusto. Se lo prenderai, farai felice solo il suo delitto (im)perfetto. Stupendo apice della sua atrocità.

Dinanzi al mostro, a Satana, devi solo berci su… non puoi fare altro. Ogni altra tua mossa è farlo vincere, sia che lo vinci e sia che così, inevitabilmente, (non) vincerà lui. Questo lo capisci? Il mostro non la smetterà mai se lo affronti ad armi “pari”, è quello che vuole… sfiancarti, farti star male, non farti dormire, terrorizzarti proprio col delirio del suo fantasma.

Rust sostiene che la gente è solo un gran mucchio di spazzatura vagante, potrebbe vivere sulla fottuta Luna e “sapere” che il mondo, quello vero, quello di cui v’ho narrato, non esiste. Invece sa ma preferisce non vedere. Ecco perché esiste il true detective, che invece (non) c’è. Deve sopportare la verità devastante, sempre guardarla in faccia, riposarsi di palpebre stanche ma perennemente sveglie, conoscere a menadito che il lupo, il mostro, colpirà più forte e nascerà ancora, lo ammazzerai, lo stanerai, tu stesso lo trivellerai di colpi e dopo lo getterai nello stesso stagno delle sue vittime, appunto, ma il male, originatosi sin dall’inizio dell’era (dis)umana, aleggerà più carnivoro, anzi, rafforzato dall’averlo ucciso e dunque solo che ricreato in altre forme, rispu(n)terà. Ti distruggerà ma non si può tornare indietro. L’hai annusato, scovato, e soprattutto visto, viso a viso, occhi per sempre tuoi lesi, assassinati di fragore urlante la bestemmia della sua potente bestia! Nooo! Dio aiutami! Dio cos’hai fatto? Dio dove sei? Dio dammi la forza di essere un maiale come te per aver avuto il coraggio di generare tutto questo… orrore!

Ecco, forse, perché Rust non è cristiano eppur ha un crocifisso nella sua stanza spoglissima, come la sua nudità lancinante nell’animo oramai non credente più a un cazzo di niente… è il simbolo che incarna-“scanna” la sua meditazione. Cristo, sulla croce, lo rappresenta, gli ricorda che Satana esiste. Che sta affisso sopra di lui e lo tormenterà sempre di risposte senza logica anche quando risolverai il puzzle di Satana “in persona”. Forse l’altra faccia della medaglia fra bene e male, forse ciò che il nostro Rust (non) vuole vedere ma volerne essere protetto. Che scherzo della natura che è il mondo. Dio buttò i dadi e lasciò a Rust la coscienza della disfatta.

Infatti, a differenza di Satana, Rust non sa proprio divertirsi. Fa schifo alle feste e, a dirla secondo il suo collega, fa schifo anche al di fuori delle feste. Insomma, (non) c’è… proprio. Rust è l’incarnazione dell’aver perso Dio, è Nietzsche che s’è pure rotto le palle di vantarsi del suo pessimismo.

Rust ha un brutto sapore in bocca, sa di alluminio e cenere come se potesse sentire la psicosfera.

Rust, in questo, è uguale a Satana… ma manca un “dettaglio” a differenziarlo, a farlo schierare dall’altra parte… non è un maniaco.

Infatti, lavora alla Criminal Investigation Division… il (re)parto sempre aperto…

Rust è smart, è sveglio, riservato sì, ma (non) dorme mai. Ci sa fare.

Credi nei fantasmi?

Lone Star, stella solitaria

Lone Star, stella solitaria

 

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