Stefano Falotico intervista Andrea Rossi

Andrea Rossi

 

Ci scuoiamo nei sogni trangugiati dei nitrati d’argento sobri di “orrorifiche”, giammai orride, visioni.

Ciao Andrea, partiamo con la prima domanda.

Naturalmente, conoscendo la tua passione viscerale per Tobe Hooper, ti domando qual è il suo primo film che hai visto, a che età e cosa ti colpì di esso.

Il primo film hooperiano che ho visto è The Mangler, visto a circa 20 anni, un’opera minore ma vedibile, mi colpì la rappresentazione della condizione operaia e il finale (un finale ciclico dove la storia riparte, tipo di finale che ora detesto perché banale). La condizione operaia è uno dei fulcri di Non aprite quella porta, quindi The Mangler, seppur criticato da tutti, seguiva la scia del capolavoro hooperiano.

Seconda domanda: credi che il Cinema horror sia definitivamente morto o ritieni che ci siano ancora dei registi talentuosi in tal genere, capaci d’infondervi nuova linfa vivifica?

Ho visto molti film validi horror recentissimi, quindi è tutto tranne che morto. Lord of Tears, Frankenstein’s Army… Però son tutte produzioni indipendenti, diciamo che è messo molto male l’horror delle major, vengono sfornate solo pellicole poverissime e per un pubblico di età molto bassa.

Se potessi e dovessi dirigere un film, inizieresti proprio coi film di “orrore”, “de’ paura”, come si dice, oppure privilegeresti un’altra via e/o direzione?

Farei sicuramente un horror demenziale che ho pensato anni fa: Karate zombies vs giant potatoes.

L’ultimo grande film che hai visto e perché ti è piaciuto?

Il miglior ultimo film visto è sicuramente Chappie (Humandroid), lo considero il più bel “remake” di Robocop possibile, è un pozzo di citazioni, da Corto circuito a Metropolis di Fritz Lang, mi è piaciuto soprattutto per il racconto di redenzione molto verosimile del protagonista umano.

Tornando a Hooper, faresti qui, in poche righe e parole, una micro-recensione della sua opera maggiore?

Il capolavoro hooperiano è e resterà per sempre Non aprite quella porta (al secondo posto c’è Poltergeist), che dire? Uno dei film più copiati della storia e mai raggiunto, il racconto delle follia della famiglia disfunzionale, del dramma della disoccupazione, una mattanza di un gruppo di ragazzi tra cui spiccano i due fratelli Hardesty, lei che sarà la final girl e lui che è una rappresentazione della disabilità verosimile senza alcun buonismo. Scena cult: la famiglia di pazzi che crede che il nonno sia ancora in grado di uccidere qualcuno a martellate (con esiti ridicoli), una visione della incapacità di vedere la realtà che esiste in alcune situazioni umane. Ecco, Hooper, a differenza di tutti gli altri, ci mostra l’umanità dei peggiori mostri e anche i lati brutti (e quindi umani) delle povere vittime. Un film umano sulla follia più terrificante.

Se ti dessero in mano un’ascia e una sega elettrica, che tipo di foto effettueresti per cercar di descrivere il terrore?

Appeso a testa in giù, attaccato a un albero coperto di sangue con una motosega in mano e un sorriso tetanico sul viso, che è una citazione di Peter Jackson (il Jackson dei tempi d’oro).

 

 

Grazie mille, Andrea, alla prossima.

 

Non aprite quella porta

 

Lascia un commento

Home 15 minutes Stefano Falotico intervista Andrea Rossi
credit