“Robin Hood. Principe dei ladri”, Review


Il capolavoro di Kevin Reynolds, l’apice di Kevin “A Perfect World” Costner


Ci sono film che non sono grandi film ma, con quietezza strabiliante, quando ti senti gagliardo o troppo “adulto”, forse dissipato nel nero dei disillusi, come tutti… riaffioran dolcissimamente e allevian la durezza. Coriaceo, mi stavo “inamidando” a tal album-e di ricordi fotografici, perso in una contemplazione del tutto vivermi ma non succhiarla davvero…  vita che mi baci, mi avvolgi e anche tanto smantelli la Bellezza delle mie tante adolescenze, rinate, sommerse, rispuntate, “sbeccate” o qui a me spiccato ancora.

Falco che “naviga” impetuoso fra nuvole d’un creaturale cratere, magma che odo profondo, squittisce, si sfama, s’assesta, tempestoso s’infligge altri castighi contro i “buonismi” falsi del mio nascondere chi sono, dunque sbattertelo in faccia e, acuto, raschiare le montagne in me soggiaciute, di come tacqui e ammutinato fui sfiancato.

Forse, solo mia troppa franchezza, si sa… la sincerità non paga e chi è generoso sconta lo scontro con una realtà tosta, testardissima, cocciuta, ma proprio di coccio, cazzo. La scacciai, la rinnegai, mi negarono e appunto annerirono.

Ma qui son “vegetale”, domani un Twin Peaks nei labirinti del groviglio mentale, spasimante a candido o ribelle accanito, veggenza e alterità oltre, altare e ateo, in un’altra era, così sia o chi siamo nelle esistenziali foreste a uccider ogni megera, a leggerci fra una roccia di sobria ed enigmatica fluorescenza, pesci in un acquario o turbinare in dissoluzione oceanica, a (s)cro(s)ci degli eletti, profeti biblici ma non Messia.

E, fra tal autunnal riflettere, costellami Donna di beltà odorosa.

Come ti chiami ora? Lady Marian?

E stasera la Luna sarà più vera.

Pura come il vetro di maree veneziane, spoglia il tuo animale e liberati in fluide vacuità pregne di valor virile.

Ergimi nel crepuscolo di tutti i solstizi, allevia la mia solitudine, sii chiara e oscuriamo il finto clero. Oh, acclara la mia pecora “nera” fuori dal coro e aggregati nella pastorizia del mio “grezzo” gregge. Via dal violento branco, io dinastico, dallo sporco Mondo  con le sue usanze e tal volgare transumanza, ammansiscimi e “allineami” a tua caldissima l(i)ana.

Son scimmia, Uomo evoluto e poi poeta estinto, stronzo e liscio, grosso e belloccio, domani un arciere. Il Principe del ladri.

Il sangue blu!

Chi è Robin di Locksley?

Figlio della nobiltà di Londra. Combatte le crociate per onorare Riccardo Cuor di Leone.

A Gerusalemme, viene catturato dai mori. Lo torturano assieme ad Azeem, un prigioniero di colore. Robin gli salva la vita e, da allora, si giurano promessa eterna. Assieme scappano e Robin s’imbarca per riabbracciare la sua patria.

Azeem è “obbligato” a seguirlo. Secondo la sua religione, infatti, chi salva la vita a un Uomo deve diventare lo “schiavo” del suo eroe, finché debito non sarà ripagato.

Robin, dopo anni di duro soffrire in terra straniera, a ritoccar la polvere di quella spiaggia agognata, come Cristoforo Colombo dinanzi alla vastità di quelle rive ancora vive, urla di piacere sconfinato, si commuove. Perché è sopravvissuto.

Ma la gioia dura poco.

Nel frattempo, suo padre è stato ucciso da uomini bendati, capitanati dal minaccioso Sceriffo di Nottingham, l’Alan Rickman più die hard bastardo. Il villain, con l’inganno, s’è insediato in posto di comando.

Usurpatore maledetto del nostro splendido regno!

Doveva essere un trionfante ritorno, mio Robin.

Invece, hanno accecato anche il tuo umile servitore Duncan, tuo padre han vigliaccamente assassinato, e la tua magione è stata bruciata.

Sei stato trucidato nel Cuore!

Hai perso tutto, chi crederà ora al tuo onore e alla tua dinastia?

Al tuo sogno da Principe?

Con gli occhi distrutti dal pianto, Robin guarda il vuoto.

E viene illuminato come per miracolo.

Da allora, si trasforma in un lupo.

Hai servito l’Inghilterra, hai prestato fede ai valori dell’amicizia e dell’amore. E ti hanno ripagato con questa porcata devastante?

Solo chi è stato “ucciso” nell’anima può non avere più paura di nulla.

E Robin diventa Hood. Difensore degli oppressi, dei deboli, dei sottomessi, degli umiliati e dei vinti.

Il Principe del Sole e del vento.

A sconfiggere e ribaltare il traditore Tempo! Fulmine e tempesta!

Forza e potenza!

Li raccoglie uno dopo l’altro come Cristo, come San Francesco, come Che Guevara. E vanno tutti a vivere nella foresta.

Lo sceriffo diede ordine di ammazzare i vecchi, pochi son scappati al massacro, e gli uomini dello sceriffo hanno arso le case della povera gente, stuprando le loro donne, uccidendo a sangue freddo perfino i bambini. Solo un pazzo, un sognatore senza più regole, un anarchico furioso può compiere la missione.

Solo un salvatore!

Perché rinascerà Lui e chiunque sia stato brutalmente “morto dentro”.

Un suicidio annunciato? No, una vendetta scagliata con acutezza, una strategia infallibile, nella minuziosa cura d’ogni dettaglio, programmata in ogni particolare. Sino al finale.

Il malvagio bugiardo viene smascherato.

E ora amore sia. Benedetto dall’intoccabile Sean Connery.

Molti anni fa, forse ne saran trascorsi una decina, gente spietata mi urlò: “E che puoi farci adesso, nostro Narciso? Ammazzarci? Ah ah! Ammazzati, la tua vita è finite!”. Ma “Robin” deve ringraziare questa scelleratezza dalle proporzioni mostruose perché, da allora, ha ingigantito invincibilmente il suo genio.

Lo ha (ri)caricato!

Quindi, mio “fratello”, Christian Slater, cristiano che mi aveva sempre reputato un viziato capriccioso e bimbetto, capì tutto.

E mi resse il gioco.

Si va avanti, buffone.

E quando ti vedrò crepar fra le sbarre dell’Inferno, allora riderai ancora?

Al che, mio fratello grida “Ammazza quel porco! Robin, fai giustizia!”.

E io: “Io sono il Principe. Lui no. Lui è già morto dalla nascita. Ed è per questo che io sono il Principe”.

(Stefano Falotico)

 

Questa parte conclusiva personale si chiama frecciatona!

 

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