Sylvester Stallone, analisi di un attore-regista a suo modo unico e (in)contestabile

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Tra le figure (non) prominenti del Cinema mondiale, spicca da un quarantennio abbondante Sylvester Stallone, detto Sly, amichevolmente un man da Planet Hollywood. Se diamo una scorsa alla sua filmografia, ci stupiamo, col senno di poi e da “poeti”, che sia così famoso. A parte il primo e ultimo Rocky, infatti, sono pochissimi i film di qualità del “nostro”. Qualcuno obietterà? E Rambo, a cui io, nuovamente, includerei il suo “cimiteriale” canto del cigno? Sì, Stallone non è un attore diciamo da Oscar, e non allibisce il “fallo” che proprio il suo Balboa sia, caso raro nella storia, il personaggio che per sole due volte gli ha fatto guadagnare la nomination proprio appunto per lo stesso “character”. Eppure Stallone, alla soglia dei 71 anni non è una sola, neppure una “sogliola”, considerando ancora la sua stazza muscolare e, “previo” qualche ritocchino di botox e sospetti di parrucchino, non è neanche un attore da prendere, come si suol dire, sotto gamba. Nella sua comunque lunga e, sì, stimabile carriera, ha interpretato “soltanto” un ruolo, quello del loser che con una buona dose di volontà, indefessa ostinazione, anzi, “abnegazione” della robustezza atletico-mentale, non si fa metter sotto da nessuno e insegue, anche vanagloriosamente, ideali perfino zuccherosi e utopici di libertà, saggezza, direte voi spicciola, ingenuo POP a colpi di pugni come macigni e un labbro pendulo da semi-paresi facciale innata nel suo DNA da non tanto bello, mai cattivo e sporco affatto. La sua integrità filmografica che se ne frega della Critica “alta” l’ha reso una star indiscussa, a suo mo(n)do fascinosa. Questo suo volto impietrente, pietoso perfino e patetico, da cane bastonato dai bicipiti giganteschi, la sua bontà cesellata in espressioni autentiche da uomo della porta accanto, quest’aspetto da buttafuori simpatico, gli ha dato la solidità di essere Stallone. Allorché, qualche anno fa, non tanti a dir il vero, anche la Critica con la C maiuscola ha cominciato a prenderlo in considerazione. Perché Stallone piace. E gli perdoniamo tutto. Anche la sua “imbecillità” che ha poco da spartire con l’eleganza “psicanalitica” di Woody Allen, colui che più, non solo nel fisico e nel cervello, gli è agli antipodi. Forse agli antipatici, eh eh.

di Stefano Falotico

Photo by Karen Ballard

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